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Mostra fotografica di Gian Maria Zapelli, curata da Rete Radié Resch dal16 marzo al 7 aprile 2024 presso la Torre Viscontea.

 

Quaranta fotografie, scattate in venti cittadine del mondo, che raccontano dove nella strada vi è un’economia dell’esiguo reso abbastanza da sopravvivere, dove il marciapiede si fa spazio esistenziale.
Nelle esperienze umane più marginali e periferiche ricorre un lavoro a cui occorre solo un marciapiede, per la propria bancarella di verdura o per un carretto dove cucinare del cibo. Non un lavoro da cui attendersi gratificazione, emancipazione sociale o professionale, ma al servizio della sopravvivenza. È occupazione dove si passa vicino, teatro di un’umanità che non si arrende e si affida al poco di una pentola logora o a un pesce appena pescato.
Gian Maria Zapelli ha raccolto i suoi scatti nelle strade periferiche di città nel mondo, nei quartieri più popolari, raccontando un’umanità meno visibile, che nella strada affronta con tenacia l’ordinaria fatica del lavoro quotidiano. Nelle sue immagini non cerca una composizione che seduca per la perfezione della luce e del suo editing, ma cerca un punto di vista, una prospettiva da cui osservare il mondo. L’inquadratura scelta non è mai del volto in primo piano, perché l’identità, la sua storia, la sua traccia è definita e raccontata dallo spazio in cui si è immersi. La scena contiene anche gli utensili consunti, i muri scrostati a cui si è appoggiati, le tavole corrose su cui ogni giorni si stendono le merci.
È una fotografia che si dispone in empatica partecipazione con l’umanità raccolta, accostandosi a donne e uomini che resistono e perseverano affidandosi alla bollitura di un olio esausto o alla vendita di prodotti dal modesto ricavo. Una vita che possiede, per questa sua indomita ripetizione ad essere sul marciapiede, un’emozionante luminosità.