Cos'è
Inaugura venerdì 28 novembre 2025 alle ore18 a Palazzo delle Paure la mostra fotografica collettiva L’altra faccia della luna. Gli anni Settanta e l’utopia dei Festival Rock, ideata e organizzata direttamente dal Comune di Lecco e dal Sistema Museale Urbano Lecchese.
A cura di Barbara Cattaneo, Luigi Erba e Roberto Mutti l’esposizione raccoglie le immagini di otto fotografi che hanno documentato e interpretato l’epopea italiana del Festival Rock che negli anni Settanta contribuirono a mettere in crisi il conservatorismo di quel tempo.
A queste si accostano le opere coeve di un famoso e battagliero graphic designer che con i suoi poster ha combattuto contro stereotipi e censure.
La mostra è allestita nello spazio della Fototeca, creato appositamente, anche dal punto di vista espositivo, per dare spazio alla fotografia, incisioni e opere su carta che permettono di avvicinare il pubblico al patrimonio artistico dei Musei di Lecco, inserendo nuove acquisizioni nel più ampio panorama culturale nazionale e internazionale.
L’eco dell’America dei teenagers che sventolavano come un vessillo identitario la parola “beat” e che a Woodstock si riconosceva in un funambolico Festival Rock arriva anche in Italia.
L’idea di realizzarne uno anche a Lecco prende luce nel maggio 1970 a Ballabio nel parco della villa dei genitori di un giovane lecchese( Riccardo Gaio) che lì ha radunato i suoi amici. Così, in un pratone circondato da boschi in località Montalbano regolarmente affittato, il 25 e 26 settembre 1971 nasce il “Festival di Re Nudo” (dal nome della rivista underground coinvolta) aperto, si sperava, a duemila persone.
Ne arrivarono dodicimila e ad aggirarsi fra il pubblico con la sua fotocamera c’era Aldo Manessier, fotografo lecchese e cofondatore del Foto Club Lecco, che quella manifestazione documentò con immagini che rappresentavano l’empatia che provava per i giovani lì radunati.
Non era un professionista, ma agiva in modo professionale e questo è sempre ciò che conta. È la linea che in questa mostra collettiva abbiamo voluto seguire accostando semplici appassionati e autori affermati, per creare un panorama che non ha la pretesa di essere esaustivo perché furono molti i fotografi dei tanti festival, ma quella di evocare con queste immagini il clima di quegli anni formidabili.
Anni evocati anche da una intera sezione dove sono esposti alcuni dei più significativi e combattivi manifesti realizzati dal grande graphic designer Gianfranco Iliprandi.
Nel 1972, sempre in giugno, la seconda edizione a Zerbo in provincia di Pavia acquisisce il nome definitivo “Festival del Proletariato Giovanile”. Il pubblico sale a 30.000 partecipanti come racconta Renato Corsini nelle sue immagini incisive nell’indagare il nuovo modo di fluire la musica e, soprattutto, di stare assieme.
Nel 1974 il festival arriva a Milano per la sua definitiva consacrazione in tre edizioni memorabili qui raccontate da diversi angoli di visuale.
Se Dino Fracchia lo fa con il suo stile reportagistico incisivo e fortemente coinvolgente nel descrivere l’ambiente, Fabio Minotti lo realizza con l’entusiasmo del giovane appassionato che si focalizza sui musicisti. Le coppie Gabriele Basilico-Giovanna Calvenzi e Silvia Lelli-Roberto Masotti intervengono mettendo in luce una capacità di narrazione che coniuga la necessità documentativa con una accurata ricerca compositiva spostando l’attenzione dal palco al pubblico che non si limitava ad ascoltare ma era anche protagonista.
Ma ciò che più colpisce è l’atteggiamento dei fotografi, mai osservatori esterni di quanto accadeva sui palchi e fra la folla dei presenti, ma coinvolti e partecipi. Era la lezione dei fotografi di Woodstock che alcuni avevano studiato e ora avevano filtrato per renderla personale con uno stile militante così appassionato che ancor oggi sa emozionarci.
La mostra è accompagnata da un catalogo con i testi dei curatori e numerose fotografie realizzato da Editoria Grafica Colombo di Valmadrera.
Durante l’esposizione saranno organizzate visite guidate, conferenze e laboratori didattici per bambini e famiglie.