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17.3 medaglia

 

Viva la Resistenza, Viva il 25 Aprile, Viva l’Italia!

Ricompensa al Valor Militare per l’attività partigiana

Decreto del Presidente della Repubblica 19 settembre 1974 Medaglia d’Argento Comune di Lecco

Durante venti mesi di dura lotta contro l’oppressione tedesca e fascista, dava sublimi esempi di patriottismo opponendo ai rastrellamenti e alle deportazioni in Germania delle sue genti una fiera resistenza. Mentre i volontari, inquadrati nelle formazioni, impegnavano il nemico nella lotta armata che costò grave contributo di sangue fra combattenti e cittadini vittime delle rappresaglie, uomini e donne d’ogni estrazione sociale si ritrovarono uniti nell’opporre coraggiose compatte manifestazioni di ostruzionismo, che oltre ad isolare psicologicamente l’avversario ne impedivano l’utilizzazione delle risorse locali. Il prezzo di sangue generoso offerto dai combattenti e dai cittadini colpiti dalle rappresaglie suggella il contributo offerto delle genti di Lecco alla causa della libertà della Patria”.

 

Zona di Lecco, 8 settembre 1943 - aprile 1945

 

Si sono aperte con la lettura del decreto sulla Medaglia d'argento da parte di tre studenti della scuola Don Ticozzi di Lecco, le celebrazioni ufficiali per il 73° anniversario della Liberazione dal nazifascismo.Una manifestazione molto partecipata, che ci ha visto sfilare insieme in corteo dalla chiesa della Vittoria fino al Monumento di Largo Montenero per la commemorazione dei Caduti della Lotta di Liberazione. Da lì poi, ci siamo riuniti in Municipio per la lettura dei discorsi ufficiali. Insieme a me, il prefetto di Lecco Liliana Baccari, il consigliere della Provincia Luigi Comie il presidente dell’A.N.P.I. provinciale Enrico Avagnina. Poterete trovare a breve i discorsi ufficiali sul sito del Comune di Lecco. Inoltre, toccanti le letture di alcune lettere dei partigiani Paola Garelli, Carletto Besana e Don Giovanni Ticozzi da parte dei dipendenti comunali Paola Bianchi, Paola Pozzi, Yuri Bergamo e del tirocinante Raffaele Cogliati. 

17.1 virginio brivio

Questo il mio discorso in occasione del 25 Aprile:

Rivolgo un saluto a tutti i presenti, alle Autorità che rappresentano le Istituzioni, le Associazioni e soprattutto i cittadini intervenuti oggi per celebrare il 73°anniversario della Liberazione, festa nazionale della Repubblica Italiana e festa di ognuno di noi.

Una festa che la Città di Lecco è in grado di rendere, anno dopo anno, più ricca di significato, grazie ad appuntamenti che non si concentrano nella sola giornata di oggi, ma che spaziano nel tempo e offrono differenti livelli di approfondimento che abbracciano le nuove generazioni così come quelle che più si avvicinano, per età, agli anni in cui la nostra storia di italiani cambiò per sempre.

Lecco, Città Medaglia d’argento al Valor Militare, oggi come all’ora, sempre attenta nella difesa dei valori di liberà e democrazia, di pace e fratellanza, valori che proprio oggi necessitano di una decisa rinvigorita. Non si tratta di retorica, purtroppo. Mi piacerebbe molto che il 25 Aprile del 2018, 73 anni dopo uno dei capitoli più bui della storia dell’umanità, fosse solo un appuntamento per ricordare i lontani anni in cui la crudeltà dell’uomo spazzò via senza pietà la vita di tanti nostri fratelli con le leggi razziali o i morti durante la guerra da militari o da civili impegnati nella Resistenza nelle nostre Città. Purtroppo però i fatti ci dicono che non è così e che il 25 Aprile non può essere liquidato come una data storica da studiare come tante altre sui libri di scuola. Sul 25 Aprile si fonda la nostra Democrazia, il nostro essere un popolo libero. Eppure oggi, sempre più spesso, assistiamo a rigurgiti, nemmeno troppo velati, di atteggiamenti razzisti, xenofobi e neofascisti. Troppo spesso assistiamo a insulti, prevaricazioni e atti intimidatori e violenti nei confronti di chi viene considerato diverso da noi e di chi si impegna per creare un terreno fertile su cui il seme della diversità possa germogliare e trasformarsi in ricchezza per la nostra Comunità.

La nostra Città ha scelto perciò di essere protagonista ancora una volta della Resistenza, quella attuale, quella che abbiamo ereditato dai nostri padri e nonni e che oggi assume un significato ancora più denso e profondo.  Proprio sul finire dello scorso anno, il nostro Comune ha partecipato con orgoglio e convinzione alla manifestazione nazionale antifascista organizzata a Como, “E questo è il fiore…” in seguito all’irruzione di un gruppo neofascista nella sede di un’associazione che si occupa di migranti. Una risposta pacifica, senza colore politico, trasversale e unitaria, il cui unico obiettivo era colmare di speranza il pericoloso squarcio provocato da questi nostalgici di un passato che non deve tornare. Noi non lo permetteremo. Non questa Amministrazione, non i lecchesi che hanno nel proprio DNA i valori della Resistenza partigiana. Una Resistenza che è al centro dell’ordine del giorno “Valori della Resistenza antifascista e dei principi della Costituzione repubblicana – Atto di indirizzo politico-amministrativo” approvato quest’anno in Consiglio Comunale e sottoscritto da più gruppi consiliari, non solo di maggioranza, a sottolineare come i valori di libertà e democrazia siano condivisi in modo trasversale, anche se non totale, dalle forze politiche che rappresentano la Città. Con questo atto si chiede al Sindaco e alla Giunta  di: "adottare misure contro ogni espressione di neofascismo o neonazismo e contro ogni manifestazione di discriminazione e di intolleranza, individuando le forme e le modalità più efficaci: per non consentire, secondo i mezzi e i limiti previsti dall'ordinamento e, principalmente attraverso il Regolamento Comunale, che le organizzazioni neofasciste abbiano agibilità politica sul territorio cittadino, in particolare nell'ambito delle occupazioni di suolo pubblico; per il mantenimento della memoria storica della Resistenza e delle origini antifasciste della Repubblica Italiana, con iniziative culturali in collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado, e nei luoghi di aggregazione; per sensibilizzare la cittadinanza sui nuovi fascismi e nazifascismi con particolare attenzione alle fasce più giovani o vulnerabili e quindi più esposte, se non in possesso degli adeguati strumenti storicoculturali, alla mitologia neofascista". 

Un ordine del giorno condiviso con la sezione lecchese dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, anche oggi al nostro fianco durante le celebrazioni ufficiali, con la quale condividiamo un percorso che parte da molto più lontano e che di strada ne farà ancora tanta, ognuno con il proprio ruolo, ma sempre dalla stessa parte. Quella parte da cui negli ultimi anni, anche grazie alla collaborazione con altre Istituzioni, Associazioni e singoli concittadini, abbiamo dato vita a una “memoria collettiva” che punta sì a mantenere vivo il ricordo di chi ha dato la vita per la nostra Patria, ma soprattutto a  tramandare un prezioso bagaglio storico e culturale alle giovani e future generazioni. Penso al Museo della Resistenza allestito nel Polo museale di Palazzo Belgiojoso a Castello, alle intitolazioni del centro civico Sandro Pertini a Germanedo e  del centro civico Sorelle Villa a Olate. La “Mappa della Memoria”, quattro percorsi che si snodano sul nostro territorio e che permettono di esplorare veri e propri itinerari, ripercorrendo le vicende della Grande Guerra, i percorsi della salvezza utilizzati durante la Seconda Guerra Mondiale, i luoghi della Resistenza e infine dei percorsi della Liberazione al termine dell’ultimo conflitto mondiale. E ancora il restauro del Monumento ai Caduti di tutte le guerre, che è tornato a risplendere e a dare dignità ai nostri morti e il prossimo progetto di restauro delle targhe che in Città ci ricordano volti e avvenimenti protagonisti della Resistenza. Infine, abbiamo avuto la possibilità di ammirarla anche oggi qui in Municipio, la mostra dedicata a Teresio Olivelli, figura storicamente legata alla Resistenza del nostro territorio, proclamato beato a inizio anno che ci ricorda la tragedia vissuta dai militari internati nei Lager, rei di aver scelto di stare dalla parte giusta, quella della libertà.   

Grandi e piccoli progetti, gesti concreti e ideologici, tutti uniti dal filo rosso che ci lega saldamente alle nostre origini, al nostro essere cittadini liberi, uguali, capaci di unirsi di fronte alle difficoltà e di combattere a testa alta per un ideale. Lo stesso ideale che, solo qualche giorno fa, ci ha fatto scendere in piazza insieme a diverse anime di questa Città, tanto bella quanto a volte contraddittoria, per dire basta al massacro in Siria. L’animo umano è capace di atrocità inenarrabili, alle quali abbiamo il dovere di dire un secco e convinto “no”. Perché non c’è Paese troppo distante da noi, non c’è religione troppo diversa dalla nostra, non c’è cultura tanto difforme dalla nostra, che possa giustificare l’essere ciechi e insensibili di fronte a violenza, barbarie e stragi di innocenti. Perché i morti che vediamo drammaticamente, ma anche tanto distrattamente oggi in tv, 70 anni fa erano i nostri nonni, zii, amici e conoscenti. E potremmo essere di nuovo noi, il nostro migliore amico, il nostro vicino di casa, a finire al centro di una spirale di odio alimentata dal “sonno della ragione”. Perché è questo che si cela dietro ogni violenza: l’ignoranza, nel significato letterale del termine; il non conoscere e non voler conoscere qualcosa che sembra non appartenerci. 

In un clima in cui il dare addosso al diverso, al più debole - e non mi riferisco solo allo straniero, ma penso ai terribili atti di bullismo commessi dai nostri figli nei confronti dei compagni di scuola - a chi ha un differente orientamento politico, religioso, sessuale, è diventato lo sport nazionale, a partire dai più alti livelli istituzionali fino ai gruppetti di ragazzi che inneggiano a personaggi e epoche passate senza probabilmente sapere di che parlano, noi non  possiamo chiudere gli occhi. Non possiamo accettare che la nostra libertà, così faticosamente ottenuta, venga limitata dallo spettro della paura: la libertà va difesa ogni giorno. Perché la democrazia e la libertà non sono mai conquistate una volta per tutte. Sono un patrimonio che ci è stato consegnato e che, in questi mutamenti epocali che stiamo attraversando, dobbiamo essere in grado  di trasmettere alle generazioni future.

E’ arrivato il momento di smettere di pensare e agire come singoli, convinti che i nostri diritti personali valgano di più di altri. Torniamo a quel 25 Aprile di 73 anni fa e  facciamo nuovamente nostro il pensiero dei Padri costituenti e i sentimenti di comunità che si fusero in quella che oggi chiamiamo Italia, in quella che oggi chiamiamo Europa. Nella convinzione che non sia solo un’area geografica indicata dai contorni su una cartina, ma uno scrigno di valori universali.  Non possiamo permetterci che il sentimento di odio che siamo riusciti a debellare con la perdita di centinaia di migliaia di vite umane dei nostri militari, di partigiani, di giovani e donne, faccia ritorno nella nostra quotidianità.

Resistiamo, ieri come oggi, di fronte a chi vuole consegnarci un mondo bieco. Resistiamo, ieri come oggi, di fronte a chi non tende una mano a chi fa più fatica. Resistiamo, ieri come oggi, di fronte a chi vorrebbe far rivivere epoche intrise di sangue. Resistiamo, ieri come oggi, di fronte a chi fa di tutto per instillare dubbi, insicurezze, paure e di fronte a chi cavalca questi sentimenti per il proprio tornaconto. Perché è più facile parlare alla pancia della gente, soprattutto in momenti di incertezza come quello che stiamo attraversando anche sul fronte politico, sia nazionale che internazionale. Ma noi siamo tutti eredi di chi ha lottato per restituirci un mondo migliore. Siamo tutti eredi di chi è morto per ideali che oggi vanno custoditi gelosamente e fatti crescere con amore. Siamo i testimoni viventi della lotta per la libertà che nel 1976 valse alla Città di Lecco la Medaglia d’argento al Valor Militare consegnata dall’allora Presidente della Camera dei Deputati Sandro Pertini in una giornata storica per la nostra Città.

Siamo tutti figli del 25 Aprile e non lo affermiamo solo oggi, in occasione del 73° anniversario della Liberazione, ma lo sosteniamo ogni giorno, con convinzione, al lavoro, a scuola, in famiglia, con gli amici. Ognuno di noi sia un megafono per i valori di libertà, democrazia e pace tra i popoli.

Oggi e sempre, viva la Resistenza, viva il 25 Aprile, viva l’Italia!

 Altri appuntamenti per approfondire la nostra storia 

17.2 municipio 25 aprile

Le celebrazioni per il 25 Aprile in Città hanno preso il via con l’inaugurazione della mostra “In treno con Teresio” allestita in Municipio, con l’incontro con lo scrittore Giuseppe Mendicino dedicato a  Mario Rigoni Stern e con la proiezione del film documentario “Dachau 1933-1945”. Tutti eventi di grande interesse e molto partecipati. Ma le occasioni per approfondire i temi della Resistenza non finiscono qui. Ecco cosa abbiamo ancora in programma:

In treno con Teresio

Nell'ambito dei festeggiamenti per il 73° anniversario della Liberazione, fino al lunedì 30 aprile nel cortile del Palazzo comunale (piazza Diaz 1, Lecco) mostra intitolata "In treno con Teresio". 

Una mostra di Maria Antonietta Arrigoni e Marco Savini (ANED Pavia), sui deportati lecchesi del Trasporto 81 Bolzano - Flossenbürg | 5-7 settembre 1944, realizzata in collaborazione con ANED e ANPI provincia di Lecco.  L'esposizione racconta la storia di 432 prigionieri politici provenienti da varie zone d'Italia, di cui 132 lombardi, deportati tra il 5 e il 7 settembre 1944 sul "Trasporto 81", partito da Bolzano e diretto al campo di concentramento di Flossenbürg; solo 112 di loro fecero ritorno. Fra i prigionieri c'era Teresio Olivelli, nato a Bellagio, fondatore del giornale clandestino Il Ribelle e animatore della Resistenza cattolica in Lombardia, morto a Hersbruck, sottocampo di Flossenbürg a 29 anni, dichiarato Beato nel 2017. Le testimonianze scritte e i racconti dei sopravvissuti, i documenti raccolti e conservati negli archivi e i preziosi testi e disegni di uno dei deportati, Vittore Bocchetta, raccontano questa triste pagina di storia. Teresio Olivelli viene ricordato attraverso le parole e le testimonianze dei suoi compagni di prigionia per la forza del suo sacrificio, l'altruismo e i suoi gesti di solidarietà.

Gli orari della mostra:

Lunedì dalle 9 alle 12.30
Giovedì dalle 9 alle 12.30
Venerdì dalle 9 alle 12.30
Sabato dalle 8.30 alle 11.30 

Lecco e il suo territorio nel 1943-1945: storie di soggetti resistenti

Oggi, mercoledì 25 aprile alle 15, al Polo museale di Palazzo Belgiojoso, Museo Storico (corso Matteotti 32, Lecco) visita guidata a cura di Maddalena Arrighini con la collaborazione di Luca McCall, intitolata "Lecco e il suo territorio nel 1943-1945: storie di soggetti resistenti".

Nelle Sale della Resistenza del Museo Storico, una visita guidata interattiva in cui saranno rievocate la vita quotidiana, la situazione sociale ed economica e le tappe salienti del movimento di liberazione nel territorio lecchese durante gli ultimi due anni della seconda guerra mondiale.
Il racconto sarà sviluppato attraverso la presentazione dei reperti esposti nelle vetrine e dei materiali contenuti nel Totem digitale (capolavori della cinematografia italiana, fotografie, documenti d'archivio) da Maddalena Arrighini, giovane ricercatrice del Si.M.U.L. con una tesi di laurea sulle donne nella Resistenza, affiancata da Luca Mc Call.

Ingresso libero alla visita e al museo. 

Libri e film sulla Resistenza alla Biblioteca civica

La Biblioteca civica Uberto Pozzoli propone una bibliografia tematica intitolata “Canti e sentieri partigiani”, comprendente una selezione di libri e riviste; nella bibliografia sono segnalati in modo particolare i sentieri del nostro territorio. La Biblioteca inoltre propone una filmografia, di carattere meno specifico, inerente la Resistenza dal titolo “Filmografia Resistente”. La bibliografia e la filmografia sono esposte fino a lunedì 30 aprile.

Un abbraccio e ancora buon 25 Aprile a tutti        

                                                                                 Virginio