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Che nessuno ci passi accanto inutilmente

15.2 editoriale

So bene che il compito di un sindaco è quello di amministrare e non di filosofare, ma ci sono momenti particolari che più di altri impongono riflessioni.

Siamo in una stagione nella quale se ha senso, e per me ne ha molto, l’equazione cittadinanza-comunità, occorre andare oltre la politica degli interventi e delle risposte concrete per scandagliare quel territorio che attiene agli individui e alle società nel loro complesso. D’altro canto, non è forse vero che l’obiettivo di ogni programma, a qualsiasi livello istituzionale, attiene alla qualità della vita? Non è vero, forse, che gli slogan più frequenti in campagna elettorale si rifanno all’obiettivo di rendere più “vivibile” la propria città?

Viviamo in una realtà nella quale il lodevole e forte impegno del volontariato si occupa ormai in forma generosa e concreta dei vari segmenti che compongono le nostre complesse realtà. Spesso si dice che le associazioni suppliscono certe carenze dell’amministrazione pubblica e non ho difficoltà a riconoscere e a ringraziare chiunque si spende, anche in campi difficili, nell’attenzione e nell’assistenza al prossimo. Al prossimo debole per circostanze contingenti o per ragioni più complesse. Ma in questo quadro voglio spendere una riflessione su un tema che spesso mi angoscia come padre, come cittadino e come sindaco. La cronaca, che sempre più rompe i muri del silenzio anche nelle vicende private, ci consegna ogni giorno drammi personali e famigliari verso i quali prevale il senso dell’impotenza. Penso, su tutti, al tragico problema dei suicidi che colpisce spesso il mondo giovanile e che ci invia almeno due messaggi: il primo è che c’è un difetto di ascolto che spesso ci fa dire “se avessimo saputo”, ma in realtà si arriva sempre troppo tardi. Certo, ogni vicenda ha una storia sua peculiare, irripetibile, ma è altrettanto vero che il “mal di vivere”, sempre più diffuso, non può essere considerato un ineluttabile fenomeno del nostro tempo. Ci sono luoghi come le famiglie, le scuole, deputati all’educazione e alla comprensione, ma credo che anche le istituzioni e i servizi pubblici possano e debbano fare di più. Per esempio, e a tal proposito vorrei mettere a punto una proposta operativa, organizzare luoghi di incontro con esperti che possano intercettare il disagio prima della deriva incontrollabile, spesso scatenata da motivi e ostacoli assolutamente superabili.

Il secondo aspetto riguarda il recupero dell’amore e dell’interesse per la vita. Anche qui, la cronaca è una sorta di quotidiano pugno nello stomaco, laddove assistiamo a vere e proprie “esecuzioni” (anche dentro le mura famigliari)  che non possiamo più liquidare come raptus momentanei. E se il femminicidio  è la punta più evidente di questo iceberg di sofferenza, va da sé che la nostra attenzione deve essere rivolta al cerchio degli amici, dei conoscenti, di coloro con i quali entriamo in contatto a vario titolo, nella convinzione che dobbiamo evitare che le persone, con la loro individualità e il loro carico di problemi, ci passino accanto inutilmente.  

Venerdì 21 aprile intitolazione del Centro Civico Sorelle Villa

ll cerchio finalmente si chiude intorno al centro polifunzionale di via Foscolo, a Olate.

Ben conoscerete le vicende che per anni hanno mantenuto chiuso l’Auditorium e le altre sale dello stabile di proprietà del Comune. Anni in cui quegli spazi, così necessari alla comunità, hanno gridato allo scandalo. C’è voluto tempo, forse troppo, e tanto impegno, ma alla fine questa Amministrazione ce l’ha fatta: oggi quegli spazi vivono, lì dentro non si respira più polvere e sentimento di abbandono, ma vita e voglia di investire nella cultura.

Venerdì 21 aprile, come dicevo, il cerchio si chiude con l’intitolazione ufficiale del centro civico alle “Sorelle Rina, Angela, Erminia e Carlotta Villa protagoniste attive nel movimento partigiano lecchese durante la seconda guerra mondiale”.  

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(Nella foto, una delle ultime iniziative svolte all’interno dell’Auditorium con le scuole)

Le quattro sorelle Villa, Angela, Carlotta, Caterina (detta Rina) ed Erminia, partigiane lecchesi durante l’occupazione fascista, erano persone semplici, ma dai profondi valori etici e civili. La loro storia personale e le loro coraggiose azioni durante la Seconda Guerra Mondiale  le hanno rese degne di essere ricordate per sempre dalla Città di Lecco.

Le sorelle Villa vissero al Garabuso, nel quartiere di Acquate. Nella loro casa, accolsero prigionieri stranieri in cerca di una via di fuga verso la Svizzera,  in stretta collaborazione con il Comitato antifascista lecchese, sorto dopo l’8 settembre 1943: partigiani, ebrei, ufficiali dell’organizzazione clandestina americana dell’O.S.S. (Office of Strategic Services).

Nel marzo 1944 salvarono la vita a Luis Biagioni, Emanuele Carioni e Pietro Briacca, paracadutisti italo-americani che, dopo essere atterrati in Valle Imagna, raggiunsero a piedi la casa delle sorelle Villa, situata alle pendici dei Piani d’Erna e del Resegone.

Il 19 maggio 1944, a seguito di delazione, le quattro donne furono arrestate.

Angela, crocerossina volontaria all’Ospedale militare di Lecco, venne trasferita al carcere milanese di San Vittore, dove rimase per ventun giorni. Fu rilasciata su richiesta dell’Ospedale stesso.

Le sorelle Carlotta, Rina ed Erminia furono invece fatte salire su un treno, in stazione a Lecco e mandate a Fossoli, al campo si smistamento dei deportati destinati ai Lager tedeschi.

Durante il viaggio in treno, Rina riuscì a scappare nei pressi di Verona, Erminia alla stazione di Dolo, in provincia di Venezia. Entrambe raggiunsero poi Milano dove continuarono la loro attività antifascista.

Carlotta invece fu deportata nel campo di sterminio di Ravensbruck, da cui fece ritorno a Lecco il 30 agosto 1945.

Per questa loro breve storia che vi ho raccontato, certamente non esaustiva di ciò che hanno vissuto in nome della libertà, l’intitolazione risulta particolarmente coerente con le finalità e la connotazione di “centro civico”, ovvero uno spazio organizzato e attrezzato per contenere servizi collettivi che prediligono la dimensione relazionale e culturale tra le persone, uno spazio capace di facilitare convivialità, confronto e dialettica e che contribuisce e creare senso di comunità. Ricordo che il Centro Civico di via Foscolo ospita la sede della Consulta Musicale di Lecco, l’associazione Aspoc Lab. Onlus – associazione per lo sviluppo del potenziale cognitivo –  mentre la Sala polifunzionale è in uso all’associazione Teatro Invito di Lecco.

Venerdì 21 aprile alle 18 avverrà la cerimonia ufficiale di intitolazione del Centro civico alle sorelle Villa, con testimonianze e racconti da parte di alcuni esponenti di Anpi. Ci sarà la possibilità di visitare gli spazi e a seguire un rinfresco.

Daremo così il là alle celebrazioni del 25 Aprile di cui vi parlerò più diffusamente la prossima settimana.  

"Tutti a raccolta": sosteniamo insieme il Mato Grosso

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Ha preso il via giovedì e proseguirà fino a martedì 18 aprile l’iniziativa “Tutti a raccolta” dell’associazione Luz y Alegria - Mato Grosso.

In questi giorni i volontari stanno battendo a tappeto la città e i comuni limitrofi per raccogliere viveri, che saranno stipati in un container posizionato in piazza Garibaldi a Lecco, di fronte al teatro. Lì potete trovare anche un punto informativo e ragazzi entusiasti con le loro magliette arancioni pronti a spiegarvi le attività del Mato Grosso.

Potete donare pasta, riso, zucchero, farina, olio, scatolame, prodotti a lunga conservazione, mentre gli alimenti con scadenza inferiore ai tre mesi verranno donati alla Caritas per progetti locali. Gli alimenti raccolti verranno inviati a Chimbote, città metropoli sulla costa del Perù, dove l’Operazione Mato Grosso è presente da diversi anni ed è attualmente impegnata nella costruzione di una mensa per garantire un pasto ogni giorno a mille persone bisognose.

L’obiettivo è riempire il container da 24mila kg in 5 giorni. E’ possibile portare la propria spesa solidale direttamente al container.

Facciamo tutti la nostra parte: insieme possiamo vincere la sfida! Sarebbe un bellissimo e concreto regalo di Pasqua da parte della nostra città a chi in questo momento ha bisogno del nostro aiuto.

(Per informazioni Simone Rota 329 7855152, Valeria Passoni 388 5663654). 

"Oltre Noi" e "Il Gabbiano", due esempi di eccellenza e rete

Lo scorso fine settimana ho potuto partecipare a due momenti di festa, ma al contempo di grande riflessione.

Il primo di cui vi parlo con piacere è l’inaugurazione del secondo lotto della residenza  “Oltre Noi” a Valmadrera. Qui potranno trovare ospitalità  in modo più o meno permanente, persone con disabilità, sia perché non possono più contare sulla loro famiglia, sia che abbiano bisogno di una ospitalità temporanea  per dare un attimo di sollievo  ai propri cari, o per fare un'esperienza di autonomia. Una struttura eccellente, dotata di comfort abitativi e servizi comuni come la cucina, la sala pranzo e la palestra attrezzata. Nella palazzina adiacente anche soluzioni abitative più “autonome”. Il taglio del nastro a cui hanno partecipato non solo le autorità, ma soprattutto una comunità estesa, ha combaciato con il raggiungimento di un traguardo importante non solo per il Comune di Valmadrera, ma per l’intera Comunità lecchese. Il Comune di Lecco collabora attivamente con “Oltre Noi”. La nuova struttura accoglierà dalle prossime settimane  gli ospiti di  “Casa L’Orizzonte” di Lecco  per il tempo necessario alla ristrutturazione della sede di via Legnano. Agli amici di “Oltre Noi” rinnovo i complimenti per il lavoro che svolgono ogni giorno con passione. Grazie di nuovo a tutti coloro i quali hanno sostenuto questo importante progetto di coesione sociale.

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Sempre la scorsa settimana, ho visitato con enorme interesse l'ex carcere mandamentale di Tirano, in Valtellina, trasformato dalla Comunità "Il Gabbiano" in un centro di accoglienza multiservizi. Da struttura chiusa, fatta da spesse mura e sbarre alle finestre, a luogo di cura e di restituzione della libertà. Un progetto coraggioso, del valore di più di 4 milioni di euro, che rilancia l'impegno de Il Gabbiano sul territorio. Lanuova struttura ospiterà tre case per 27 tossicodipendenti, 10 malati di AIDS e due posti di emergenza per donne vittime di violenza. Da anni la Comunità "Il Gabbiano" è attiva anche nel Lecchese e il lavoro di professionisti e volontari è indispensabile per instaurare percorsi di sostegno a persone che altrimenti perderemmo lungo il cammino della liberazione da alcolismo, droga e altre gravi situazioni personali. Anche a loro, il mio grazie di cuore per lo straordinario impegno al fianco dei nsotri ragazzi e non solo.   

Pasqua in città, tra musei, mercatini e natura

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Ci aspettano tre giorni di vacanza in occasione della Pasqua. Momenti da vivere in famiglia e con gli amici, magari alla scoperta – o riscoperta – di alcuni angoli suggestivi della nostra bella città.

Passeggiando in centro e sul lungolago troverete ogni giorno un mercatino diverso:

sabato 15 aprile, “Creativamente” in piazza Cermenati dalle 7.30;

domenica 16 “Borgo Antico Creatività Artigianato” in piazza Cermenati dalle 7;

lunedì 17 “Solo Handmade” lungolago dopo l’Imbarcadero dalle 7;

Il lunedì dell’Angelo può essere anche l’occasione per visitare i musei della città e le mostre in corso. Tutti i poli museali resteranno infatti aperti in via eccezionale nella giornata festiva (chiusi il giorno di Pasqua). Trovate a questo link tutte le informazioni.

Per la classica gita fuori porta, mettete in agenda i Piani d’Erna, splendida terrazza panoramica sulla città (qui le informazioni utili), passeggiate all’aria aperta lungo i numerosi sentieri delle nostre montagne mozzafiato, biciclettate lungo le piste ciclabili che costeggiano lago e Adda o una gita in battello in visita alle affascinanti cittadine lacustri. Sul sito del Comune di Lecco, nella sezione turismo, potete trovare tutte le informazioni utili. 

Per i più piccoli, infine, continua fino al 25 aprile la presenza del Luna Park.

A tutti voi, collaboratori del Comune di Lecco e affezionati lettori della Newsletter, auguro di trascorrere una serena Pasqua! 

Un abbraccio,

Virginio