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Messaggio di avviso

Anche il Sindaco di Lecco scrive all'Ambasciatore iraniano


Il Sindaco di Lecco si unisce all'appello accorato lanciato in seno al Parlamento europeo e italiano e volto a manifestare sofferenza e sdegno nei confronti di una vicenda che ha mosso e commosso la comunità internazionale.

La sorte della giovane donna accusata dell'omicidio dell'uomo che abusò di lei nel 2007, giustiziata tramite impiccagione nel carcere di Teheran il 25 ottobre scorso al termine di indagini controverse e di un processo dai contorni poco nitidi, accende nuovi riflettori sulla lotta in difesa dei diritti umani. L'intervento del primo cittadino lecchese si unisce a quello di tutti coloro i quali non rimangono indifferenti nei confronti di una vicenda tanto drammatica, quanto vicina ed attuale e intende favorire un incontro della Farnesina con l'Ambasciatore iraniano, perché quanto accaduto possa innescare un processo di cambiamento.

Segue il testo dell'e-mail inviata.

"Signor Ambasciatore,

risuonano nel mondo, risuonano "di fronte al tribunale di Dio" le ultime parole di Reyhaneh Jabbari, la giovane donna impiccata all'alba di sabato 25 ottobre nel suo Paese per ordine della Corte Suprema.

Risuonano nel nostro cuore, risuonano nel cuore delle donne di tutto il mondo, le sue parole così cariche di forza e di dignità, come un appello perché mai più il corpo di una donna sia violato, mai più il potere se ne impadronisca, mai più la legge sia usata contro la sua libertà, contro la sua vita.

Il popolo italiano che noi rappresentiamo, le donne italiane di cui sentiamo tutto il dolore e l'indignazione per il supplizio a cui è stata sottoposta Reyhaneh Jabbari, alzano la voce davanti al suo Paese. Sappiano, le autorità dell'Iran, che i diritti umani fondamentali, i diritti delle donne, sono inalienabili sotto tutti i cieli: il diritto alla vita, il diritto alla libertà. Sappiano, le donne dell'Iran, che noi le sosteniamo contro ogni violazione della loro dignità.

Sappia, signor Ambasciatore, che l'Italia considera l'uccisione di Reyhaneh Jabbari un colpo inferto al sentimento profondo di umanità che tutti ci unisce su questa terra.
Noi ci aspettiamo ora un segno di cambiamento di quelle leggi e di quella cultura del suo Paese che hanno consentito l'uccisione di Reyhaneh Jabbari di fronte alla coscienza del mondo.

Dica al suo popolo, signor Ambasciatore, che noi tutti ci sentiamo sorelle di Reyhaneh Jabbari, decisi a difendere con ogni mezzo la libertà e la dignità delle donne, nella vita sociale, nelle leggi, nelle scelte della politica.

Reyhaneh Jabbari vive. La sua testimonianza alimenta il nostro impegno e l'impegno delle donne di tutto il mondo per una umanità libera dalla paura e dalla schiavitù della violenza.

IL SINDACO
Virginio Brivio"