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Del 7 di gennaio è la sentenza del TAR di Milano

Era il 7 maggio 2010 quando un gruppo di privati cittadini residenti nei quartieri di Acquate e Germanedo presentava un ricorso nei confronti del piano di lottizzazione delle aree comprese tra le vie Belfiore, Lamarmora e Montelungo, ovvero l'ex area industriale F.lli Pagani spa, posta sul confine tra i due quartieri, piano adottato nel luglio del 2009 con deliberazione di Consiglio comunale e approvato all'inizio dell'anno successivo, con deliberazione del Commissario straodinario, il 28 gennaio 2010.

Grazie alle significative variazioni apportate al piano di lottizzazione varate nel corso dell'estate e approvate il 23 luglio 2015 dalla Giunta comunale lecchese, i ricorrenti avevano manifestato, in una nota depositata in giudizio nel novembre scorso, il venir meno del loro interesse a ricorrere.

A mettere la parola fine sul ricorso è intervenuto, in conclusione, il Tribunale Amministrativo Regionale di Milano giovedì 7 gennaio: la Sezione Seconda del TAR ha infatti emesso al riguardo la sua sentenza definitiva dichiarando, alla luce dei fatti e degli atti, improcedibile il ricorso.

rendering pagani"Le variazioni apportate al piano di lottizzazione originario riqualificano in maniera significativa l'intervento, soprattutto dal punto di vista della distribuzione dei volumi - spiega l'assessore all'urbanistica del Comune di Lecco Gaia Bolognini -. L'ultima conformazione planivolumetrica ha mantenuto bloccate le dimensioni degli standard del progetto originario e ridotto la volumetria totale, con un risultato che si discosta in maniera significativa dal progetto originario, avverso il quale si erano mossi i ricorrenti. Il progetto verrà inoltre realizzato per lotti dando precedenza su ogni singolo lotto all'opera pubblica corrispondente".

L'assessore Bolognini allarga poi lo sguardo e, a proposito del PGT e dello sviluppo urbanistico futuro della città di Lecco afferma: "Nel complesso, il PGT licenziato dal Consiglio comunale prevede un'incidenza volumetrica ridotta rispetto al precedente strumento, il PRG, nell'ottica di una salvaguardia del corretto rapporto tra impianto urbanistico e componenti ambientali e con il fine di evitare il sovradimensionamento di volumi non corrispondenti a servizi. L'indirizzo politico è inoltre quello di stabilire nei futuri piani attuativi l'obbligo che le opere pubbliche correlate siano realizzate entro un termine prefissato a prescindere dalla successiva realizzazione dell'intervento".

Nell'immagine un rendering del nuovo piano attuativo.

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