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Domenica 12 luglio la commemorazione delle vittime dell’eccidio, vivo il ricordo dei 4 lecchesi

Il Comune di Lecco ricorda Lino Ciceri, Antonio Colombo, Luigi Frigerio e Franco Minonzio, i “martiri di Fossoli” a cui è dedicata dal 1969 una via della nostra città, nel quartiere del Caleotto. I lecchesi persero la vita a Carpi il 12 luglio del 1944, fucilati insieme ad altre 63 prigionieri politici, all’interno del poligono di tiro di Cibeno dalle truppe naziste. Dopo l’eccidio la fossa comune fu colmata e mimetizzata, fino alla riesumazione e al riconoscimento dei corpi avvenuti solo l’anno successivo. Il 22 maggio 1945 si svolsero a Milano i funerali delle sessantasette vittime, mentre il 27 maggio a Lecco vennero celebrati i funerali solenni dei quattro lecchesi.

Domenica 12 luglio, 71 anni dopo, così come ogni anno, l’Amministrazione comunale di Lecco si unirà alle celebrazioni di Carpi (Modena) per non dimenticare un eccidio, che tolse la vita a persone provenienti da ben 27 diverse province italiane, liberi professionisti, operai, contadini, militari, impiegati e insegnanti, che rappresentavano le differenti anime antifasciste dell’epoca.

Sarà l’Assessore Salvatore Rizzolino, accompagnato dai rappresentanti del Comitato Provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, e con il Gonfalone comunale, a rappresentare Lecco a Carpi (Modena) quest’anno, mentre, sempre per non dimenticare la strage, nel cortile del palazzo comunale, da mercoledì 8 a lunedì 13 luglio, il Comune di Lecco e l'ANPI Provinciale espongono uno striscione storico, che ricostruisce le vicende dei nostri “martiri di Fossoli”.

Lino Ciceri nacque il 30 luglio 1923 ad Acquate; apprendista meccanico presso l’azienda siderurgica Badoni, fu uno dei primi ad entrare nel gruppo partigiano di Erna. Partecipò ad azioni di sabotaggio a danno delle forze armate fasciste, distruggendo una radio trasmittente e catturando diversi prigionieri e prese parte alla liberazione di alcuni prigionieri italiani detenuti ad Arcore. Scioltosi il gruppo di Erna, passò nella formazione partigiana di Santa Brigida, in val Taleggio. Fu arrestato il 23 febbraio 1944 a Lecco dalla Guardia Nazionale Repubblicana e trasferito a San Vittore. Fu poi inviato a Fossoli il 27 aprile 1944. Il padre di Lino, Pietro Ciceri, qualche mese prima, durante gli scioperi del marzo 1944 nelle industrie lecchesi, era stato deportato in Germania con altri lavoratori ed è tra i 20 che non sono più tornati dal campo di sterminio di Gusen.

Antonio Colombo nacque a Lecco il 18 ottobre 1903; piccolo commerciante di legna e carbone, fu tra i primi organizzatori del gruppo partigiano di Campo de Boj e cominciò ad avviare in Erna e in Valsassina gli sbandati che arrivano in città. Nella sua casa in via Digione avvennero le prime riunioni clandestine del Comitato lecchese, retto poi dal colonnello Morandi. Durante il rastrellamento di ottobre (1943) riuscì a evitare la cattura, ma ebbe la casa devastata dai fascisti ed una seconda abitazione, contenente gli armamenti, bruciata. Membro dell’organizzazione della centrale di smistamento degli espatri, in collaborazione con il gruppo che operava intorno a Guido Brugger e alle sorelle Villa del Garabuso ad Acquate, effettuò anche personalmente il trasporto dei prigionieri alleati e degli ebrei in territorio svizzero. Favorì con Angela Villa la fuga di un giovane ebreo dall’Ospedale Militare di Lecco. Prese parte, lavorando con Emanuele Carioni, all’organizzazione alleata dei lanci sulle montagne della Valsassina. Fu arrestato il 19 maggio 1944 in località Garabuso con gli altri appartenenti al gruppo di organizzazione degli espatri e inviato a San Vittore. Da qui il 29 giugno al Campo di Fossoli.

Luigi Frigerio, detto “Signur”, nacque il 28 aprile 1901 a Laorca; trafiliere, lavorò presso l’azienda siderurgica Badoni, come responsabile sindacale per il Partito Democratico Cristiano, facendo capo al Comitato Sindacale Clandestino retto da Franco Minonzio. Fu arrestato il 19 maggio 1944 con gli altri appartenenti al gruppo di organizzazione degli espatri e inviato a San Vittore. Da qui il 29 giugno al Campo di Fossoli.

Franco Minonzio nacque il 26 maggio 1911 a Castello; impiegato, lavorò all’azienda siderurgica Badoni. Di sentimenti antifascisti, fece parte del gruppo che operò nel lecchese per l’espatrio in Svizzera dei perseguitati politici e razziali attraverso la Valtellina. Entrato a far parte del Comitato Liberazione Nazionale di Lecco, nel marzo 1944 diventò il responsabile del Comitato Sindacale Clandestino. Venne arrestato dalle SS tedesche il 19 maggio 1944. L’ondata di arresti, provocata da spie infiltrate nel gruppo, portò in carcere più di una ventina di persone appartenenti al movimento. Incarcerato a Bergamo, venne poi trasferito il 21 maggio a Milano, nel penitenziario di San Vittore e il 29 giugno deportato nel Campo di concentramento di Fossoli.

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